Arequipa


Arequipa è situata sulle rive del fiume Chili e capoluogo della provincia e della regione omonima con 61.519 abitanti al censimento 2007.

Con il suo agglomerato urbano è la seconda città più popolosa del Paese, dopo la capitale Lima, con oltre 900.000 abitanti. È conosciuta come "La Ciudad Blanca" ("la città bianca") dal colore della pietra con la quale sono stati costruiti tutti gli edifici principali del suo centro storico che, nel 2000, è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Fu fondata nel 1540 da Garcí Manuel de Carbajal, che la chiamò La Villa Hermosa de Arequipa.

La città sorge ai piedi del grande vulcano El Misti (5.822 m s.l.m.) la cui ultima eruzione risale al 1784.

Secondo la tradizione il nome di Arequipa deriva dalla lingua quechua. Quando i sudditi dell'Inca Mayta Cápac, meravigliati dalla bellezza della valle del Chili, gli chiesero il permesso di fermarsi e costruire una città, egli rispose Ari qhipay, cioè sì, fermatevi qui.

Un'altra versione fa risalire il nome della città ad una parola nella lingua degli indigeni Aymara: ari qquepan, una conchiglia marina utilizzata come tromba bellica per suonare la carica.

Una terza versione fa risalire il nome della città all'espressione nella lingua degli indigeni Aymara: ari qhipaya, che significa al di là della vetta. L'espressione fa riferimento alla migrazione degli indigeni dagli altopiani, a cui la città appariva dopo aver superato la vetta del vulcano Misti.

Il centro della città è la Plaza de Armas, dominata dalla Cattedrale, edificata nel 1656 e ricostruita nel XIX secolo, in seguito a un incendio (1844) e a un devastante terremoto (1868). Attorno alla Plaza de Armas, le vie si sviluppano a scacchiera, secondo l'usanza coloniale.

 

Arequipa è anche la capitale mondiale dell’alpaca. Qui si producono i più raffinati filati di alpaca e baby alpaca.




Prima di iniziare la visita di questa città  ci fermiamo al Mirador Yanahuara, quartiere tradizionale con stradine acciottolate e vecchie case in sillar (pietra locale) con i suoi tipici frutteti. Qui è possibile usufruire della spettacolare vista panoramica della città e di tre vulcani: il El Misti.

Siamo sorpresi dall’impatto degli edifici, tutti bianchi, che spiccano  sulla natura circostante.


Sullo sfondo il vulcano Misti  (altezza 5.822 m.)


Sullo sfondo il vulcano Chachani (altezza 6.075 m.)








Siamo al negozio ove vendono prodotti ricavati dalla lana degli Alpaca, dai Lama e dalle Vigogne









Monastero di Santa Catalina


Il monastero di Santa Catalina si trova in pieno centro. Gran parte dei fondi per la sua costruzione, iniziata nel 1575, derivarono dalla vedova Maria di Guzman che nel 1579 entrò in convento con una figlia e donò al monastero tutti i sui beni.

Ĕ strutturato come una cittadella medioevale, cinta da mura, una città nella città, con le sue strade, le sue piazze e tutti gli edifici funzionali alla vita di una comunità: abitazioni, patios, giardini, chiostri, pozzi, fontane … Ogni religiosa non disponeva di una cella, ma di una casa vera e propria con propri domestici, in proporzione al censo e alla dote conferita. A volte, oltre ai domestici, le religiose potevano avere anche degli schiavi. La popolazione, in certi periodi, arrivò anche a 500 persone delle quali solo un terzo erano religiose.  

Ogni strada presenta scorci interessanti ed è abbellita da piante e fiori.

 







Nell’ambito del convento ci sono tre chiostri, Il Chiostro Grande, il Chiostro degli Aranci e il Chiostro delle Novizie. Nelle lunette di tutti i chiostri ci sono dipinti che servivano da esempio emulativo per le suore. Nel Chiostro Grande ci sono immagini riguardanti la vita di Gesù e Maria, nel Chiostro delle Novizie c’è la serie riguardanti le litanie Lauretane, nel Chiostro degli Aranci la serie sugli esercizi spirituali per la perfezione dell’anima, scritti da Sant’Ignazio di Loyola. 











Gloria del convento di Santa Catalina è la beata suor Ana de Los Angeles Monteagudo y Ponce de Leon, nata ad Arequipa il 26 luglio 1602 e morta il 10 gennaio 1686, priora del convento, cui sono attribuite predizioni e miracoli che hanno alimentato uno straordinario culto.








Durante la visita, ci si allontana dall’ingresso fino a trovarsi al margine del complesso, verso calle Zela, dove c’è il lavatoio delle suore: è costituito da una serie di mezze giare di terracotta molto grandi, sistemate ai due lati di un canale adduttore d’acqua, il tutto costruito con una leggera pendenza che porta l’acqua residua nelle vasche di decantazione.







Il monastero è un immenso scrigno di opere d’arte dei vari secoli, anche precedenti alla sua fondazione.






Plaza de Armes

La Plaza Mayor o Plaza de Armas di Arequipa , è uno dei principali spazi pubblici di Arequipa e il luogo di fondazione della città.  Si trova nel centro storico di Arequipa, intorno troviamo: la Cattedrale di Arequipa a nord, i Portali di Arequipa a est, sud e ovest, La Chiesa Compañía a sud-est, La Chiesa di Nostra Signora della Misericordia a sud -west e nel centro della piazza una piscina di bronzo. 





La Cattedrale

La Basilica Cattedrale di Arequipa è il principale edificio di culto cattolico della cittadina peruviana che, come buona parte dei monumenti del centro storico, fa parte della lista dei patrimoni dell'Umanità UNESCO.

L'edificio è di origine piuttosto contemporanea, dato che l'antica Cattedrale andò distrutta durante i primi anni dell'Ottocento. Ricostruita in appena 3 anni, tra il 1844 e il 1847, il progetto fu affidato a Lucas Poblete, che immaginò un complesso neoclassico particolarmente imponente, con una lunga facciata a due ordini sulla quale si stagliano i grandi campanili gemelli, a cella campanaria ottagonale, e cuspide piramidale.

La cattedrale è una delle più famose del Perù coloniale, di struttura neoclassica. Ė a tre navate, supportate da dieci colonne corinzie che contengono 18 volte collegate fra loro. Ci sono tredici altari in cedro, ornati d’oro.






Chiesa della Compagnia di Gesù

Il complesso della Compagnia è composto da diversi edifici costruiti dai gesuiti, sia per fini religiosi, sia per alloggi ed è rappresentativo dell’architettura religiosa del XVII sec..

La chiesa fu distrutta nel 1584 da un terremoto, la struttura attuale risale al 1650.

 

La parte della facciata sull’ingresso principale è un ricamo barocco senza uguali in questa zona: è il barocco-meticcio, proprio di questo periodo.

Verso la metà del 700, sul fianco della chiesa furono costruiti due splendidi chiostri che alla cacciata dei gesuiti divennero residenze e collegi, attualmente sono sede di negozi specializzati in quella che è una delle industrie principali del luogo: la stoffa d’alpaca.