Da Arequipa a Chivay

Oggi cominceremo la salita verso alte quote. La nostra guida ci propone di acquistare foglie di coca da masticare per non avere problemi di salute a causa delle alte quote che fra poco raggiungeremo. Già da due giorni abbiamo iniziato a bere il matè di coca, un infuso che comincia blandamente la preparazione dell’organismo all’altitudine. 

Si avvolge una decina di foglie di coca attorno ad un catalizzatore di banano bruciato che mitiga un po’ il gusto sgradevole della coca, si forma una specie di caramella e si inizia a masticare. Non so se approvare o no, sicuramente non mi piacciono né il gusto né la consistenza, ma per una decina di minuti resisto, poi decido di passare con sollievo ad una caramella alla menta: decisamente preferibile! 


A quattro ore dalla città di Arequipa si estende l'impressionante Valle del Colca. Il cammino percorre le falde del Chachani, la Riserva nazionale Salinas Aguada Blanca e attraversa campi dove pascolano alpaca e viscacce che si alimentano di ichu e yareta (piante ombrellifere utilizzate come combustibile). Il punto più alto del percorso è situato a 4.910 mslm. Nella valle colpiscono le vestigia archeologiche dei Collagua, antichi abitanti della regione, misteriose incisioni rupestri (dette anche petroglifi) e grotte dove sono conservate le colcas o magazzini per la raccolta di cereali. È un luogo ideale per accamparsi e avventurarsi nelle escursioni. A 42 km da Chivay, il primo paese lungo il percorso, si trova un punto panoramico naturale da dove si osserva il volo del Condor e i vulcani Coropuna e Ampato (Mirador de los Andes). Da lì si può osservare una zona del canyon che, nel suo punto più basso, raggiunge i 4.160 metri di profondità e che lo rende il più profondo del Perù.












Una piccola osta durante il percorso per ammirare questi spendidi animali: le Vigogne.






Anche qui attraversiamo una zona di miniere, prevalentemente di ferro, rame, oro e argento. La strada si snoda fra monti, vulcani e piccoli villaggi andini, fino a raggiungere un pianoro: la sosta è d’obbligo, siamo al “mirador” circondati da un paesaggio straordinario: abbiamo davanti quello che è definito “bosco di pietra” scavato nel tufo vulcanico dal vento.

Questa località si trova nella riserva nazionale sulle Ande, a 4.080 metri di altitudine. C’è un posto di ristoro, quindi altra bevanda di infuso di coca! 

 

All’esterno ci sono gruppi di donne sedute per terra a filare davanti alle loro mercanzie: piccoli souvenir artigianali e no. Per non fare differenze si acquista qualcosa da ciascuna.


Il bosco di pietra scavato nel tufo vulcanico dal vento




Alpaca





Ripreso il viaggio, continuiamo a salire fra interminabili convogli di dieci camion ciascuno, sono numerati, carichi di minerali.

Finalmente raggiungiamo il passo a 4.910 metri, il punto più alto di tutto il percorso, con una vista spettacolare su numerosi vulcani, uno dei quali improvvisamente inizia la sua attività.










Il Vulcano Sabancaya (m. 5976) attivo


In lontananza si vede sollevarsi una specie di tappo che subito dà origine ad una copiosa fumata che si eleva alta nel cielo.







Panorama della cittadina di Chivay

Arriviamo a Chivai, 3600 metri di altitudine, la nostra meta di oggi. La vediamo distesa sotto di noi, non è che un villaggio disperso, il centro urbano principale fra quelli situati nel Canyon del Colca.





Il nostro Hotel



Entrati in stanza siamo positivamente impressionati dall’arredamento, essenziale ma estremamente funzionale. Ĕ una piacevole sorpresa trovare il riscaldamento acceso: si tratta di una piastra a muro che riflette fiamme apparenti perché funziona elettricamente, ma la vera sorpresa piacevole è lo scalda sonno nel letto! Non dobbiamo dimenticare che siamo in inverno e ad un’altitudine considerevole. Ci sentiamo veramente coccolati.

Chivai è una tappa obbligata per visitare il cruz del condor. Senza il pernottamento in questo luogo il viaggio sarebbe una tappa troppo lunga.