Da Piazza Vittoria alla Chiesa di San Francesco




Chiesa di Sant’Agata

La chiesa ha probabili origini longobarde (VI- VII secolo). I Longobardi nell’area dell’attuale Piazza della Vittoria eressero il Cordusio, nuovo centro del potere politico, e tutto intorno si estendeva un quartiere di case di legno e paglia. Sant’Agata era invocata come protettrice contro gli incendi. La chiesa ha avuto per secoli dimensioni piccole e forme semplici fino alla prima grande riedificazione, avvenuta durante il XV secolo. Risale a questo periodo il grande presbiterio a cavallo del fiume Garza, che scorreva da nord a sud a ridosso dell’abside. Tra Quattrocento e Cinquecento viene realizzato il portale d’ingresso decorato poi con tre statue di Sante (Lucia, Agata ed Apollonia) di Antonio Callegari, risalenti al Settecento.

 

La facciata a capanna è del XV secolo. Il fianco sud fu rifatto in occasione della costruzione di Piazza della Vittoria (1929 – 1932) con l’aggiunta del porticato, successivamente chiuso per metà nel 1966 al fine di ricavarne la nuova sagrestia. L’abside ha due alte monofore incorniciate da formelle in terracotta policroma smaltata del XV secolo. Accanto all’ingresso sul retro della chiesa si può notare un basso arco in pietra bianca ove è posizionata una grande pietra bianca dell'Adamello a ricordo dei mutilati della prima guerra mondiale.


Corso Martiri della Libertà


Chiesa di Santa Maria dei Miracoli


Lasciato Corso Martiri della Libertà si imbocca via Bronzetti e si giunge al Corso Giacomo Matteotti.

Palazzo Fe’ d’Ostiani

Palazzo Materossi, già d'Ostiani, è un edificio storico di Brescia. Situato in corso Giacomo Matteotti. La dimora nobiliare sorge a poca distanza della settecentesca collegiata dei Santi Nazaro e Celso.

L'odierno edificio settecentesco fu eretto per volontà di Giulio che, nel 1711, in occasione del matrimonio con la quindicenne Cecilia Cigola, decise, proprio di rinnovare la dimora familiare e farne erigere una nuova, facendo demolire quella precedente ed incaricando un architetto bolognese, tale Manfredi, come testimoniato anche dall'opera di Luigi d'Ostiani. Successivamente subentrò l'architetto bresciano Giovanni Battista Marchetti, che nel 1720 compare  come direttore dei lavori.

Il palazzo, in ogni caso, fu coinvolto nella disastrosa esplosione della polveriera di Porta San Nazaro del 1769.

Subì gravissimi danni nel corso dei bombardamenti del 1945. Solo 1950 in poi che l'edificio fu ricostruito nelle sue parti distrutte e vennero poi consolidate quelle pericolanti.

In questo palazzo vissero due personaggi che ritengo di menzionare:

La contessa Lodovica Ostiani (1736-1814), nata dal conte Giambattista Ostiani che nel 1753 sposa il nobile Giambattista figlio di Giulio e di Cecilia Cigola (da questo momento al cognome Fe’ venne aggiunto quello di Ostiani). Bella, colta, geniale, si era distinta nella società del suo tempo anche come esperta verseggiatrice e le cui poesie - raccolte in numerose miscellanee - le procurarono al suo tempo larga fama. Il suo nome venne accostato ad un’altra donna bresciana, ma non in carne ma in una scultura che si trova ora sotto il porticato della Loggia sede del palazzo comunale chiamata Lodoiga la Loza.

GIRELLI Carlo (Brescia, 1730-1816), Canonico della collegiata di S. Nazaro, poeta dialettale, ed appartenne all'Accademia degli Erranti, dedicò alla poetessa Lodovica Ostiani un breve sonetto per ringraziarla delle traduzioni dal latino all’italiano che le faceva pervenire:

Mille grazie alla Siòra Lodoiga

Del bèl Sonèt che l’à ma far avì

L’è cosè natural ste sonetì

Chel par prope stat fat senza fadiga.

 

Oh  quate obligaziò go coll’amiga

Che quase tugg i mes l’am fa savì

Quel che se stampa en Italia e’n latì

 

E che se tul per me sta bèla briga.


Paolo Guerrini nel pubblicare il sonetto (Il Pasquino di Brescia – in Pagine Sparse vol. XXVII, 1987 pag. 125) di questa signora scrive: La colta dama, che verseggiava con eleganti rime, ammirata, prodiga e benefica, doveva essere nota al popolo bresciano anche sotto questa sua attività letteraria; e il popolo ha appiccicato il nome  della poetessa gentile alla statua femminile della Loggia, e la siùra Lodoiga di palazzo è diventata la siùra Lodoiga de la Lòsa, poetessa da strapazzo che per molto tempo ha tenuto allegri i bresciani con le sapide strofe delle sue satire e gli strali dei suoi epigrammi.

 

 

Altro personaggio nato nel palazzo d’Ostiani e il rev.  Figlio di Luigi Francesco figlio di Alessandro e di Paola Fenaroli, intellettuale, storiografo e prevosto della chiesa di San Nazzaro. Molto sono i suoi scritti che concorsero a scrivere la storia di Brescia (presso la Biblioteca Queriniana di Brescia si trova il Fondo Luigi Francesco d’Ostiani  dei suoi scritti).


Poco lontano dal palazzo Fè d'Ostiani troviamo la 

la Chiesa dei Santi Nazzaro e Celso

Tiziano, Polittico Averoldi, 1520-1522


Lasciato Corso Giacomo Matteotti si prende via S. Francesco d'Assisi.

Qui troviamo la chiesa di

S. Francesco D'Assisi