Santa Maria in Solaro

S,  Maria in Solaro è stata costruita come sacello interno al monastero destinato alla custodia del "tesoro" del convento di S. Giulia. L'edificio romanico, con massiccia muratura, è costituito da un corpo a pianta quadrata, sormontato, all'esterno, da un tiburio ottagonale con loggetta cieca, sorretta da colonnine e capitelli altomedievali (secolo VII-IX D.C.) (Lombardia Beni Culturali)


Piano terra

L'interno, a due piani, comprende due aule sovrapposte collegate da una scala ricavata nella muratura del lato settentrionale. Il piano inferiore, cui si accede da nord sotto il portico di inizio xv secolo, è un ambiente quadrangolare voltato con quattro crociere su archi lapidei    Al piano terra è posta un'ara romana con dedica al dio Sole e con funzione di pilastro centrale su cui poggiano quattro volte a crociera. Sono, inoltre visibili, preziosi oggetti dedicati al culto delle reliquie che costituivano il tesoro; tra questi, la Lipsanoteca, cassetta d'avorio istoriata, e la crocetta reliquario in oro, perle e pietre colorate (X secolo).

 

Il piano superiore è un'aula unica quadrata con tre absidiole semicircolari. L'intero ambiente, destinato ad ospitare i momenti più importanti della liturgia monastica, è rivestito da affreschi tra cui la raffigurazione del martirio di Santa Giulia. Sotto la volta, affrescata dalla Bottega di Ferramola tra il 1513 e il 1524 con un cielo stellato che presenta al centro Dio padre. È possibile ammirare la Croce di Desiderio, rara opera di oreficeria della prima età carolingia, con elementi ornamentali di epoca romana e longobarda.


 

 

 

Sarcofago






La lipsanotetca 


Il coperchio, diviso in tre fasce orizzontali, reca nella superiore sei colombe, affrontate, in coppia ed un velo disposto a festone; nella centrale, Cristo nell'orto degli Ulivi, la Cattura di Gesù e la negazione di Pietro; nell'inferiore: Gesù davanti a Caifa e a Pilato. 


Lato anteriore

Nel lato anteriore, munito di serratura altomedievale, nella fascia superiore, sono raffigurati i due episodi: Giona inghiottito e poi rigettato dalla Balena; la guarigione dell'Emorroissa, Cristo fra i dottori, il Buon Pastore, nella centrale; in quella inferiore: Susanna fra i vecchioni, Susanna davanti a Daniele, Daniele fra i leoni; sulle lesene, il pesce e il gallo. 


Lato posteriore

La facciata posteriore reca Susanna orante, Giona sotto la zucca, Daniele e il serpente, nella parte alta; la Trasfigurazione, Anania e Safira, nella centrale; Mosè salvato dalle acque, Mosè che uccide l'egiziano, gli Ebrei sfamati nel deserto, nella inferiore; una torre e un albero a cui è impigliato Assalonne, nei pilastrini. 


Fianco lato destro

Il fianco destro, partendo dall'altro, mostra Mosè che si slaccia il sandalo, i sette giovani nella fornace ardente, Mosè che riceve la legge; nella parte centrale, Gesù che risana il cieco e la Resurrezione di Lazzaro, nell'inferiore, Giacobbe e Rachele al pozzo; Giacobbe e l'Angelo; un albero e la stadera, una stele con albero, nei pilastrini laterali. 


Fianco lato sinistro

Il lato di sinistra raffigura in alto, David e Golia, il cattivo profeta ucciso dal leone e vegliato dall'asino, la punizione di Geroboamo; al centro: la resurrezione della figlia di Giairo; in basso. gli ebrei e il vitello d'oro; nei pilastrini, la croce ed un candelabro. 


 

 

 

 

 

 

La crocetta reliquario in oro


Le scale che conducono al piano superiore
Le scale che conducono al piano superiore

Parete a sinistra dell'ingresso


 

 








La Cupola


 

 

 

La cupola dell'aula superiore con il cielo stellato e il Dio Padre al centro



Parete a destra dell'ingresso









Controfacciata rispetto a quella posta a sinistra dell'ingresso






Controfacciata rispetto a quella posta a destra dell'ingresso











La Croce di Desiderio

La croce di Desiderio è una croce astile - una croce che veniva issata su un'asta e portata a mano o su carri durante le processioni - costruita in legno per essere più leggera e rivestita da una lamina metallica dorata. È ricoperta da ben duecentoundici gemme incastonate sui quattro bracci. Tra esse si segnalano in particolare un cammeo in sardonice con le Muse e uno con Pegaso e Bellerofonte; un calcedonio in due strati con la lotta tra Ercole e Onfale; un cammeo con una Vittoria coronata d'alloro.
All'incrocio dei bracci sono due grandi medaglioni dove risaltano, sul recto, il Cristo in trono a sbalzo, ritenuto opera del IX-X secolo, circondato da quattro miniature (X-XVI sec. d.C.), e, sul verso, il Cristo crocefisso, aggiunto nel XVI secolo.


La cosiddetta "Croce di Desiderio" è una delle più grandi croci gemmate giunte fino a noi e, caso unico tra quelle note, presenta il maggior numero di gemme antiche reimpiegate, circa cinquanta, molte delle quali provenienti da precedenti oggetti di ornamento. Le pietre di età imperiale e tardoantica si trovano soprattutto sul verso e il numero elevato testimonia la notevole disponibilità di materiale glittico di alta qualità forse proveniente da antichi tesori imperiali. Sul fronte, dove prevalgono invece gemme medievali, spicca il celebre medaglione vitreo con i ritratti in foglia d'oro della metà del III sec. d.C.: il medaglione riproduce un gruppo famigliare, una madre con i due figli, e la scritta in caratteri greci si riferisce probabilmente al capo famiglia, Vunnerio Cerami.
I pezzi attribuibili all'età altomedievale costituiscono un nucleo importante in quanto assai numerosi e probabilmente contemporanei alla lavorazione della croce; tra essi assumono notevole significato due pseudo-cammei a doppio strato (metà VIII-IX sec. d.C.) e diciotto gemme in pasta di vetro decorate a stampo, realizzate nella stessa bottega. Su di esse prevalgono ritratti di eco classica, declinati nei toni del blu e del verde, colore prevalente nella decorazione della croce.
Questo capolavoro di oreficeria altomedievale, databile alla seconda metà del IX secolo, si presenta integro nel suo aspetto complessivo, ma ha subìto nel tempo manutenzioni e cambiamenti continui, forse legati proprio all'uso processionale. Ne sono testimonianza le numerose sostituzioni quale, ad esempio, il ricollocamento nel 1812 di diciassette pietre per rimpiazzare alcune gemme "pagane" asportate dalle monache, perché ritenute offensive del sentimento cristiano.
Secondo la tradizione la croce è donata al monastero di S. Salvatore e S. Giulia dal re longobardo Desiderio, che insieme alla moglie Ansa lo fonda tra il 753 e il 760.
Il prezioso oggetto è esposto al piano superiore dell'Oratorio di S. Maria in Solario, edificio di età romanica riservato alle funzioni liturgiche delle monache, che anticamente custodiva il tesoro del monastero. Da questo luogo la croce veniva prelevata dalla badessa il Venerdì Santo per portarla nel Coro delle Monache e quindi sull'altare maggiore della chiesa di S. Salvatore per l'adorazione. Alla fine del XVIII secolo la croce risulta già esposta in S. Maria in Solario "sopra un altare in mezzo a molte torce ardenti", ma nel 1798 il Governo della Repubblica Cisalpina sopprime l'ordine monastico e il tesoro del monastero di è disperso: alcuni degli oggetti più preziosi (la Croce, l'Evangelario Purpureo e la Lipsanoteca) sono trasferiti nella Biblioteca Queriniana, dove la croce è conservata fino al 1882, anno in cui è trasferita nel Museo dell'Età Cristiana in S. Giulia e in seguito nella Pinacoteca Tosio Martinengo. Dal 1993 la Croce è stata ricollocata nella sua sede originaria.(Lombardia Beni Culturali)