Sito di Angkor
Incluso nella lista del patrimonio dell’umanità dall’Unesco
In questa zona sono stati catalogati 72 principali templi e circa un migliaio di secondari, gran parte dei quali in rovina. La maggior parte dei più noti è concentrata vicino a Siem Reap in un sito di 90 chilometri quadrati, ma il Parco archeologico di Angkor ne comprende 400.Il tempio più noto è Angkor Wat, l’unico così vasto ad essere stato utilizzato come monastero buddhista.
Il tempio più noto è Angkor Wat, l’unico così vasto ad essere stato utilizzato come monastero buddhista.
Secondo il guinness dei primati è il più vasto al mondo, è il simbolo della Cambogia, è rappresentato anche sulla bandiera nazionale ed è il più visitato del Paese. Questi templi sorgono nella giungla, la loro costruzione in pietra risale all’impero Khmer compreso fra il IX e il XV secolo.
I primi a portare in occidente notizie di questi templi furono i portoghesi nel XVI secolo.
Il restauro iniziò verso la fine dell’800 durante la dominazione francese. Erano abbandonati e parzialmente sepolti dalla giungla.
Ancora oggi molti sono avvolti dalle grandi radici degli alberi, è impossibile tentare di recuperarli perché sono talmente avvinghiati che diventerebbero sicuramente cumuli di pietre.
Sono costruzioni complesse, possenti, riccamente scolpite che rappresentano una quantità impressionante di figure umane, animali ed elementi della natura.
Nei secoli XV e XVI questi siti subirono una grave decadenza, fino al totale abbandono. Le principali cause furono probabilmente l’ubicazione in luogo scarsamente difendibile lungo le naturali direttive delle invasioni Thai e Khner, lo spostamento del centro politico ed economico a Phnom Penh, la necessità di migliori collegamenti con le zone costiere, lo sfruttamento eccessivo del suolo, la diminuita efficienza dell’apparato irriguo, lo sfruttamento eccessivo del suolo e la diffusione della malaria con il conseguente declino demografico e la scarsa disponibilità di manodopera per la manutenzione di costruzioni così importanti.
La descrizione dettagliata dei templi rimasti è complessa, anche perché sono tantissimi. Si può semplicemente dire che sono incredibili! Stupefacenti! Inimmaginabili!
Il tempio di Banteay Srey
Il Banteay Srei è un tempio induista del X secolo. Il suo nome significa Fortezza delle donne ed è dedicato al dio indù Shiva. E’ famoso per gli splendidi bassorilievi.
La maggior parte del tempio è costruito in arenaria rosa, le colonne e le pareti interne presentano un numero incredibile di accuratissime decorazioni. Gli edifici stessi sono miniature in scala, molto particolari nell'ottica degli standard delle costruzioni khmer. Queste caratteristiche lo hanno reso particolarmente popolare tra i turisti e lo hanno fatto definire "una gemma preziosa" o "il gioiello dell'arte khmer". Al di fuori del tempio si possono osservare poche rovine di quella che doveva essere una piccola città sorta attorno al tempio, di nome Isvarapura.
Il tempio Bantey Samre
Così chiamato in onore del contadino che divenne re. È un tempio induista nello stile architettonico di Angkor Wat.
Il suo nome, che significa "cittadella dei Samré", deriva da quello di un antico popolo dell'Indocina. Per il tempio vennero utilizzati gli stessi materiali del Banteay Srey.