Intorno al 1300 Enrico Scrovegni fece edificare accanto al suo palazzo una cappella dedicata alla Beata Vergine in suffragio dell'anima di suo padre Reginaldo, l'usuraio ricordato da Dante nel canto XVII dell'inferno.
Lo Scrovegni commissionò a Giotto la decorazione dell'intera cappella. Il grande maestro eseguì la decorazione, secondo l'ipotesi più attendibile, tra il 1303 e il 1305. Ne è derivato uno dei massimi monumenti della pittura italiana.
Nel presbiterio, sopra l'altare, Madonna e due angeli, opera di Giovanni Pisano.
Nel coro affreschi con storie della vita di Maria di pittore del 1320.
Nelle due nicchie dell'abside, ai lati dell'altare, due Madonne allattanti affrescate da Giusto Menabuoi..
Dietro l'altare il sepolcro di Enrico Scrovegni.
Giotto affrescò le quattro pareti.
Sull'Arco Trionfale, Dio affida all'Arcangelo Gabriele il compito dell'Annunciazione e nei riquadri sotto, il tradimento di Giuda (sulla sinistra) e la Visitazione di Maria a Elisabetta (sulla destra).
Sopra la parete d'ingresso il Giudizio Universale.
Cristo è incoronato dagli Angeli e dagli Apostoli.
Sotto, a destra, si trovano i Beati, mentre a sinistra sono le pene dei dannati raffigurati secondo la tradizione medioevale.
Sulle pareti laterali, nei 34 riquadri, episodi che narrano la vita di Maria e del Cristo.
Nello zoccolo in basso, raffigurazioni delle virtù, a destra, e dei 7 vizi capitali, a sinistra.
Parete sinistra (guardando l'altare). Prima fascia.
Seconda fascia.
Terza fascia.
Parete destra (guardando l'altare).
Prima fascia.
Seconda fascia.
Terza fascia.