Alla scoperta delle isole Borromee del Lago Maggiore








Isola Madre




Emersa già nell’era glaciale, un documento del 22 settembre 846 testimonia la presenza sull’isola – allora nominata Isola di San Vittore – di poche case, una chiesetta dedicata al santo e alcune piante d’ulivo destinate alla produzione dell’olio da usare nelle liturgie.

Durante l’età medievale, l’Isola di San Vittore è appartenuta a vari proprietari (abati e vescovi). Un documento datato 1501 ratifica il passaggio di proprietà dal vescovo di Novara al nobile Lancillotto Borromeo.

Per via di matrimoni, l’Isola di San Vittore passò attorno al 1520 alla famiglia Trivulzio, e nel 1563 Renato Borromeo rientrò in possesso della proprietà, che da lui prese il nome di Isola Renata. Venne dato nuovo impulso alla fabbrica del palazzo chiamando Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi, figura di spicco della cultura lombarda e architetto di fiducia di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano. A questo periodo risale l’aspetto tardo cinquecentesco del Palazzo che ancora oggi vediamo. A fare grandi progressi anche i giardini ad opera dell’architetto Filippo Cagnola, che nel 1710 immortalò con grande precisione scalinate, pergolati e vasi.

Alla fine del secolo XVIII l’Isola Madre aveva assunto l’aspetto che sostanzialmente conserva ancora oggi e iniziò ad essere considerata un luogo di pace e riposo grazie al clima mite e alla lussureggiante natura.

All’inizio dell’Ottocento il giardino viene trasformato in giardino romantico, secondo il gusto del tempo. Scompaiono quasi tutti i terrazzamenti dell’isola, lasciando posto a vedute prospettiche inquadrate da piante ad alto fusto. Anche le coltivazioni cambiano e vengono introdotte piante rare ed esotiche collezionate da Vitaliano IX, appassionato di botanica.

Furono in seguito costruite le serre (1826) e la cappella di famiglia, voluta a partire dal 1858 ad opera dell’architetto Defendente Vannini.

All’inizio del Novecento si pensò di trasformare l’Isola Madre prima in albergo e poi di affittarla solo privatamente a una clientela molto selezionata.

A definire il futuro dell’Isola Madre sono stati Giberto e Bona Borromeo Arese tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento: il palazzo (sontuosamente arredato con mobili e opere d’arte provenienti dalla Villa Borromeo Arese di Cesano Maderno) e i vasti giardini sono stati definitivamente destinati al godimento del pubblico a partire dal 1978.

Con i suoi otto ettari di estensione è la più grande isola del Verbano.









Palazzo Borromeo






Un vero e proprio teatrino domestico davanti al quale la famiglia Borromeo intratteneva gli ospiti.


Isola dei Pescatori

L’Isola Superiore, detta anche Isola dei Pescatori dalla storica attività lavorativa dei suoi abitanti, è ubicata più a nord rispetto all’Isola Bella, da cui è separata da un isolotto che ha più o meno le dimensioni di uno scoglio ed è conosciuto come “la Malghera”. Con i suoi 100 metri di larghezza per 350 di lunghezza l’Isola del Pescatori è la più piccola delle Isole Borromee.

Unica tra le isole Borromee ad essere abitata durante tutti i mesi dell’anno, ospita un piccolo villaggio di cinquanta abitanti caratterizzato da una piazzetta racchiusa da vicoli stretti e sinuosi che conducono alla passeggiata sulla punta settentrionale dell’isola. Caratteristiche sono le case a più piani sorte per sfruttare al meglio il poco spazio a disposizione: sono quasi tutte dotate di lunghi balconi indispensabili per essiccare il pesce. Come indicato chiaramente dal nome, l’attività della pesca è ancora assai praticata.

 

 La storia dell’isola è antica: sappiamo che era abitata già settecento anni fa. La Chiesa parrocchiale è dedicata a San Vittore: a ferragosto nel corso della processione la statua raffigurante il santo patrono viene trasportata in barca attorno alle isole.







Chiesa di S. Vittore


Isola Bella

Fino al 1630 l’isola Bella era uno scoglio abitato da pescatori, con due piccole chiese e qualche orto.

I Borromeo, già proprietari dell’Isola Madre dal 1501, dal primo ventennio del Seicento con Giulio Cesare III e Carlo III concentrano i propri interessi sull’isola, dando avvio al grandioso progetto che porterà alla creazione del Palazzo e del giardino.

Questo intento verrà portato avanti, ampliato e definito da Vitaliano VI a tutti gli effetti considerato il fondatore dell’Isola Bella. I lavori che hanno portato all’attuale assetto si susseguono senza interruzione anche successivamente durante tutto il Settecento e l’Ottocento, fino ad arrivare al 1948 quando con Vitaliano IX Borromeo vengono costruiti il Salone Nuovo, la facciata settentrionale e il grande molo.

Un affascinante percorso tra arte e storia nelle oltre 20 sale.

Cuore di Palazzo Borromeo, la Galleria Berthier è un mosaico di oltre 130 quadri che include capolavori e alcune copie di grandi maestri del passato del calibro di Raffaello, Correggio, Tiziano, Guido Reni – prassi ricorrente nelle collezioni nobiliari dell’epoca.

Ambienti unici sono la Sala del Trono, la Sala delle Regine, il Salone degli Arazzi e le Grotte, nate per stupire gli ospiti trasportandoli in un magico mondo marino.

l giardino dell’Isola Bella venne costruito dal 1631 al 1671 circa.

Il Teatro Massimo è il monumento più importante del giardino dell’Isola Bella. Statue, obelischi e fontane si integrano perfettamente con la vegetazione delle dieci scenografiche terrazze, sulla cui cima svetta la statua dell’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo.

Tutto attorno al Teatro, un tripudio di fioriture e piante rare: la Canfora secolare, la Gunnera manicata – le cui foglie possono raggiungere i 2 metri di diametro -, la profumatissima Olea Fragrans, la rarissima Halesia Diptera con i suoi fiori che sembrano fiocchi di neve, l’Anice stellato, il Pino messicano.

Incanta durante la fioritura il Parterre delle azalee ed è una gioia per gli occhi il Giardino d’Amore, composto da siepi di bosso che creano un ricamo verde visibile dall’alto delle terrazze.

 

Camelie, spalliere di rose a maggio, oleandri in giugno, e agrumi e ortensie paniculate in piena estate accendono il giardino all’italiana dell’Isola Bella, dove pavoni bianchi vivono in libertà.





I Giardini







Palazzo Borromeo


Sala da pranzo



Salone centrale





Sala della musica



Sala della conversazione






Le Grotte


La statua di Venere addormentata di Giovan Battista Monti



Interni del palazzo


Salone degli Arazzi



La stanza di Luca Giordano



Salone dell’affresco



Teatro Massimo