Myanmar
Il nostro viaggio di 13 giorni prevede la visita alle città e paesi: Yangon, Heho, Inle, Indein, Pindaya, Mandalay, Amarapura, Mingun, Sagaing, Popa, Bagan, KYAIKHTIYO.
Nella storia del Myanmar allora Birmania gli storici affermano che i Mon, stanziati nella Birmania meridionale, fin dall’antichità, avevano rapporti con altri popoli: sulle coste birmane giungevano navi indiane che diffusero la lingua, la scrittura, l’arte e la religione, ponendo le basi per la nascita della cultura locale.
La religione, già dal quarto secolo a. C, in Birmania era il buddismo Theravada. I Pyu sono giunti provenienti dall’Asia centrale. Oltre al buddismo theravada erano diffuse anche altre concezioni religiose: il buddismo Mahayana e l’Induismo, quest’ultimo praticato prevalentemente dalla classe dirigente; larga parte della popolazione praticava il buddismo nelle sue due forme. Accanto al buddismo, esiste ancora un residuato dell’animismo: in alcuni strati della popolazione è conservata la fede nei Nat, spiriti in parte della natura e in parte dei morti con importanti facoltà di influenzare la vita delle persone.
La costituzione garantisce la libertà di culto, ma al buddismo è riservato uno status particolare. Nel Paese sono presenti altre religioni, fra le quali l’islam e il cristianesimo contano il maggior numero di fedeli.
Il buddismo differisce dalle altre religioni perché non si basa sull’adorazione di una o più divinità, ma è uno stile di vita, un sistema psico-filosofico.
Quali motivi spingono ad effettuare un viaggio nel Myanmar? Sicuramente tanti e diversi che però possono essere sintetizzati in motivi di carattere storico, geografico, religioso, paesaggistico… o, più semplicemente, la voglia di venire direttamente a contatto con questa cultura visitando i luoghi ed incontrando le persone nel loro ambiente. Un motivo forte è certamente la possibilità di vivere la magica atmosfera delle strabilianti pagode di cui questo Paese è disseminato, fantasmagorici simboli del buddismo, capaci di impressionare il visitatore per le dimensioni, la ricchezza dei dipinti e l’architettura che le caratterizzano.
Ad aprile 2021, aveva una popolazione di circa 54.700.104 di abitanti
Economicamente il Myanmar è ancora al 2016 uno dei paesi più poveri e meno sviluppati del pianeta e dopo decenni di stagnazione, embargo internazionale e isolamento economico, dal 2011 il paese sta registrando un forte sviluppo economico in tutti i settori, con picchi di crescita superiori all'8% annuo.
La denominazione Birmania deriva dal nome dello Stato in lingua locale colloquiale, Bama. In birmano, la Birmania è indicata tanto con Bama (/bəmà/) che con Myama (/mjəmà/). Myanma è la versione tipica del registro scritto e letterario, mentre Bama è la forma più diffusa, che rappresenta la versione colloquiale; da essa derivano gli esonimi Burma e Birmania.
Secondo la propaganda del regime dittatoriale birmano il termine Burma sarebbe legato all'etnia maggioritaria dei Bamar, e quindi sgradita alle minoranze locali, mentre Myanmar, nome imposto dopo il colpo di Stato del 1988, sarebbe etnicamente neutro. Il nome Myanmar deriva dal termine (relativo al registro linguistico formale) Myanma o Myama a cui, nel 1989, la giunta militare birmana aggiunse una "r" finale per facilitare la pronuncia dell'inglese. Tale modificazione rientrò nel programma di revisione dei nomi previsto da una legge interna ratificata dal regime nel 1989: l'Adaptation of Expressions Law.
Myanma (e quindi Myanmar) è la forma breve della denominazione ufficiale "Myanma Naingngandaw", Myanmar long form.svg in lingua birmana, e incominciò a diffondersi con l'arrivo dei Mongoli nel XIII secolo. Solo nel 1989 il nuovo nome venne imposto dalla giunta militare appena arrivata al potere, per sostituire Burma, nome ufficiale dal 1948 al 1989, come avvenne per la capitale di allora, Rangoon, diventata ora Yangon.
La prima tappa è Yangon
Yangon, precedentemente nota come Rangoon, è l'ex capitale della Birmania. La città odierna è un amalgama di influenze birmane e coloniali britanniche oltre che cinesi ed indiane. Yangon è nota per i suoi eleganti edifici coloniali, purtroppo oggi alquanto decadenti. Nel 1990 si diede avvio alla costruzione di moderni grattacieli in seguito al varo di una legge che apriva il paese agli investimenti stranieri. Ciò nonostante, Yangon continua ad essere una città del passato come dimostrano le bancarelle per strada e i suoi pungenti odori.
Yangon fu ai suoi inizi un villaggio abitato dall'etnia "Mon", noto con il nome di Dagon. Il piccolo centro fu in seguito conquistato dal re birmano Alaungpaya che gli diede il nome di Yangon che significa "la fine del conflitto". Continuò ad essere un centro senza importanza fino alla conquista britannica, quando nel 1850 le fu assegnato il ruolo di capitale con il nome di Rangoon. Gli inglesi elaborarono un nuovo piano urbanistico sul modello di Londra. Con la proclamazione della indipendenza della Birmania nel 1948, la città entrò in un'era di isolamento e di disordini politici. Nel 1988 vi avvenne una dimostrazione pacifica per il ritorno del paese alle libertà democratiche cui presero parte migliaia di persone, soprattutto studenti ma anche monaci buddisti. Le forze dell'ordine non esitarono a sparare sulla folla inerme, causando molte vittime. Nel 1989 la città riassunse il vecchio nome birmano di Yangon per volere della giunta militare. Nel 2005 la capitale fu trasferita a Pyinmana, nella Regione di Mandalay.
Il Parco pubblico Maha Bandula Park o Maha Bandula Garden.
Mahabandoola Garden, celebre per il suo obelisco alto 50 metri e dedicato all’indipendenza birmana.
Il municipio di Yangon, Birmania, piacevole mescolanza di stili architettonici.
Chiesa Battista
Il Mercato
Casa di abitazione dei genitori di San Suu Kyi oggi adibita a ristorante.