Palazzo Colonna - prima parte
Palazzo Colonna è uno dei più grandi e antichi palazzi privati di Roma.
La sua costruzione inizia nel XIV secolo per volere della famiglia Colonna, che vi risiede stabilmente da otto secoli. La famiglia Colonna risale al XII secolo e proviene dal paese di Colonna, nei pressi di Roma, da cui prende il nome. L’edificazione delle varie ali di Palazzo Colonna si è protratta per cinque secoli e ciò ha comportato la sovrapposizione di diversi stili architettonici, esterni ed interni, che lo caratterizzano e rispecchiano le diverse epoche di appartenenza. Dal 1300 al 1500 si presentava come una vera e propria fortezza di famiglia. Oddone Colonna, eletto papa l’ 11 novembre 1417 e assunto il nome di Martino V, destina il Palazzo a Sede Pontificia e vi abita dal 1420 al 1431, anno della morte. Nel 1527, durante il sacco di Roma ad opera delle truppe dell’ Imperatore CarloV, Palazzo Colonna è tra i pochi edifici che non vengono dati alle fiamme grazie ai buoni rapporti della famiglia con l’ Impero, ma offre un rifugio sicuro ad oltre tremila cittadini romani. Nel corso del 1600, il Palazzo assume la veste di un grande palazzo barocco per volere di tre generazioni di famiglia, i cui principali esponenti sono Filippo I, il Cardinale Girolamo I e Lorenzo Onofrio, che si affidano ad architetti e artisti di grande competenza e notorietà. Di quest’ epoca è anche la costruzione della splendida e maestosa Galleria Colonna, che si affaccia per 76 metri su Via IV novembre; autentico gioiello del barocco romano, è oggi visitabile al pubblico, con gli appartamenti più rappresentativi e di maggior pregio artistico del Palazzo, che ospitano le Collezioni Artistiche di famiglia, notificate e vincolate dal fidecommisso del 1800, ove si possono ammirare capolavori di eccellenza assoluta ad opera dei maggiori artisti italiani e stranieri tra il XV e il XVI secolo.
In attesa di entrare nel Palazzo ammiriamo nelle vicinanze la Colonna Traiana
Eretta nel 113 d.C. per celebrare le gesta dell'imperatore Traiano in Dacia, la Colonna Traiana fu la prima colonna coclide - ovvero con decorazioni che si avvolgono a spirale lungo il fusto - mai innalzata.
La Colonna, ideata dall’architetto Apollodoro di Damasco su impulso dello stesso Traiano, compresa la base raggiunge quasi i 40 metri e indica l’originaria altezza della sella del Quirinale, tagliata per realizzare il Foro di Traiano di cui la colonna è l’unico monumento pervenuto fino a noi praticamente intatto.
La Colonna Traiana è composta da 17 colossali rocchi – elementi di forma cilindrica – monolitici, dal diametro di quasi 4 metri. Questi avvolgono a spirale la colonna con 23 giri di meravigliosi rilievi: quasi 200 metri di pregiato marmo bianco. Questi raccontano le vittoriose campagne militari condotte da Traiano contro di Daci, per rendere sicuri i confini dell’Impero sul Danubio. Al suo interno si sviluppa una scala a chiocciola di 185 gradini che conduce alla sommità.
I personaggi raffigurati sono circa 2.500; tra essi, appare, ovviamente l’imperatore Traiano che è ritratto per ben 59 volte. La Colonna celebrava la conquista della Dacia, ma aveva anche un’altra funzione, quella di monumento-mausoleo di Traiano. Nel basamento, infatti, fu riposta l’urna d’oro con le ceneri dell’imperatore, morto l’8 agosto 117, e sulla sommità fu collocata una sua statua in bronzo dorato che probabilmente andò persa nel corso del Medioevo. Nel 1587, venne rimpiazzata da papa Sisto V con una nuova statua raffigurante San Pietro.
Appartamenti della Principessa Isabelle
Venuta in Italia dal Libano negli anni Venti, appartenente ad una famiglia di banchieri molto ricchi di origini bizantine, la principessa era una donna colta e raffinata.
Devota alla Santa Sede, tanto da ottenere la cittadinanza vaticana, seppe imbastire intese diplomatiche durante gli anni oscuri del Fascismo.
La Principessa dava a palazzo ricevimenti per l'alta società romana.
Gran dama di corte, esigente e autoritaria, dopo la caduta della monarchia si trovò a sostituire Maria Josè come "regina supplente".
L'ultimo ballo che diede a Palazzo Colonna fu nel 1968 in occasione dei 18 anni della nipote Laurenzia, con valletti in polpe (livrea settecentesca) e al quale parteciparono 2000 persone.
L'appartamento occupa l'ala quattrocentesca del palazzo, che includeva il palazzo residenza di Papa Martino V Colonna, che venne restaurato prima dal cardinal Pietro Riario e poi dal cardinale Giuliano della Rovere.
Sala del Baldacchino
Così chiamata per la presenza di un baldacchino con il simbolo della famiglia.
Nel soffitto della sala si trova lo stemma di Carlo Borromeo, nipote di Papa Pio IV, che visse tra queste mura.
Gli affreschi della volta sono di Francesco Corallo.
Statuetta della Madonnina in alabastro. In calce porta una scritta con la quale si ricorda che il cardinale Borromeo era solito pregare davanti a questa immagine mariana.
Sala del Vanvitelli, così chiamata per la notevole raccolta di ben 37 vedute del pittore olandese Gaspar van Wittel, meglio noto come Gaspare Vanvitelli.
E' in questa sala che è esposta la più grande collezione privata al mondo di dipinti di questo artista.
Piazza del Popolo a Roma
Sala Rosa, sala che prende il nome dal colore della tappezzeria delle pareti.
I quattro dipinti in basso sono allegorie, partendo da sinistra verso destra, dell’inverno, della primavera, dell’estate ed dell’autunno.
Paesaggio con Giudizio di Paride - Lorenzo Onofrio Colonna, Maria Mancini, nei costumi di Paride e Venere, e le sue sorelle (Gaspard Dughet con figure di Carlo Maratta)
Carro Allegorico - Venere – di Giovanni Antonio Galli
L'Adorazione dei Magi
Dipinti su rame di Jan Brueghel il Vecchio, chiamate anche le "formiche" per le figure umane piccolissime da sembrare insetti.
Sala dei Palafrenieri o Sala delle Feste.
Questa sala, nel ‘600, fu decorata per celebrare le nozze di Lorenzo Onofrio Colonna e di Maria Mancini da Giacinto Gimignani.
Qui si può notare come i simboli araldici delle due famiglie sono riuniti in un unico stemma: la colonna antica (Colonna) e la coppia di pesci (Mancini).
Sala della Fontana
Questa prende il nome da una fontana con base di età romana e bacino del '400.
La volta di questa sala venne affrescata da Bernardino di Betto detto il Pinturicchio nel '400, quando questa parte del palazzo era abitata da Giuliano della Rovere (divenuto poi Papa col nome di Giulio II).
L’orologio notturno dipinto da Filippo Lauri con Caronte che traghetta le tre sorelle Mancini al di là del fiume Stige.
La Sala del Tempesta
Così chiamata per le marine tra linee architettoniche e telamoni che decorano le pareti della sala, eseguite nel 1667/1668 da Pieter Mulier, meglio noto come Cavalier Tempesta.
L'artista che ha dipinto i telamoni e i vascelli delle marine è Giovanni Battista Magni, detto Modanino.
Ritratto di Marcantonio VII Colonna, marito della Principessa Isabelle.
Soffitto con stemma dei Colonna e Turchi sottomessi.
Sala del Dughet
La sala prende il nome di Sala del Dughet per le decorazioni eseguite dall'artista Gaspard Dughet, detto anche Gaspard Poussin.
I dipinti del soffitto sono di Pomarancio.
La Sala Rossa
Sala del Mascherone.
La sala prende il nome da un mascherone che con un sarcofago romano del II secolo formano una fontana che un tempo veniva adoperata come lavatoio.