Palazzo Doria Panphilj

Palazzo Doria-Pamphili originariamente di proprietà della famiglia Della Rovere, divenne della famiglia Aldobrandini e, nel seicento, passò alla famiglia Doria Landi Pamphili che lo ingrandì su progetto di Carlo Maderno fino a farne il più importante palazzo abitato della città, superato in grandezza a Roma solo da palazzi che ospitano istituzioni pubbliche o ambasciate. Più grande di alcuni palazzi reali europei, continua a essere residenza della famiglia di nobili dello stesso nome e ospita una prestigiosa raccolta di dipinti e oggetti d’arte visitabile dal pubblico. La saga del Doria-Pamphili è il risultato di alleanze multiple tra famiglie aristocratiche di ogni parte di Italia. Tra i suoi membri più illustri vi è stato l’ammiraglio Andrea Doria e il papa Innocenzo X, popolare in Spagna per il ritratto fattogli da Velázquez nel 1649 e conservato nel palazzo del quale rappresenta la più nota opera d’arte. Il ritratto, dipinto per commemorare l’anno santo del 1650 fu commissionato dalla cognata, Donna Olimpia Maidalchini, che era sua stretta confidente e consigliera e, secondo alcuni, anche sua amante. Nel 1927, l quadro di Velázquez è stato sistemato in una piccola stanza dedicata interamente al papa; infatti vi è esposta anche una scultura di Bernini che ritrae Papa Innocenzo X.

Il figlio di Olimpia Maidalchini, Camillo Pamphilj, sfidando la potente madre, rinunciò alla carica di Cardinale conferitagli da suo zio il papa, per sposare la vedova Olimpia Borghese. Nata Aldobrandini, fu lei che portò il palazzo, allora noto come Palazzo Aldobrandini, alla famiglia Pamphilij. Dopo in periodo di esilio in campagna, per evitare il confronto con il papa e Olimpia Maidalchini, la coppia di sposi novelli prese residenza permanente nel Palazzo Aldobrandini che dal 1654 Camillo cominciò a espandere su vasta scala; furono comprati e demoliti le case vicine e un convento mentre il Palazzo si sviluppava, nonostante l’opposizione locale dei Gesuiti del vicino Collegio Romano. L’architetto incaricato di questo progetto era Antonio Del Grande. La facciata su via del Corso, tuttavia, è di Gabriele Valvassori che la realizzò tra il 1730 e il 1735. A seguito della morte di Camillo Pamphilj nel 1666, la costruzione fu continuata sotto la supervisione dei suoi due figli, Giovanni Battista (il suo erede) e il cardinale Benedetto. A quest’ultimo, in particolare, noto per il suo mecenatismo, si deve la collezione della pittura fiamminga e la costruzione della Cappella, realizzata su progetto di Carlo Fontana.

 

Una delle figlie di Camillo e Olimpia, Anna Pamphlij, sposò l’aristocratico genovese Giovanni Andrea III Doria Landi nel 1671, e furono i loro discendenti che ereditarono il palazzo quando il ramo romano della famiglia Pamphlilj si esaurì nel 1760. Nel 1763 il Principe Andrea IV combinò i suoi cognomi nell’attuale Doria – Pamphilij – Landi. Nel 1767 i soffitti delle stanze di rappresentanza furono affrescati in stile barocco, come sono attualmente.





Salone Poussin




Sala dei Velluti




Sala da Ballo e Piccola sala da Ballo


Cappella e Anticappella





Primo Braccio Galleria










Galleria degli Specchi






Ritratto di Isabella de Requesens, opera di Raffaello Sanzio, 1518 ca., olio su tela.



Salette relative ai periodi che vanno dal quattrocento al settecento


San Giovanni Battista

San Giovanni Battista viene qui rappresentato come un adolescente nudo e semi sdraiato, col braccio attorno al collo di un ariete o montone e la testa rivolta verso lo spettatore, sfoggiando un sorriso malizioso.

Autore Michelangelo Merisi detto Caravaggio.

Olio su tela – 1602/1603.

 

Questa opera esiste in due versioni quasi identiche, l’altra si trova ai Musei Capitolini di Roma.



Riposo durante la Fuga in Egitto

Opera di Michelangelo Merisi detto Caravaggio giovane.

La composizione è divisa in maniera assolutamente originale dalla figura del bellissimo angelo di spalle dalle grandi ali nere di rondine, che suona il violino. Sulla destra, circondata da una vegetazione rigogliosa, è la Madonna addormentata con il Bambino in braccio. 

Olio su tela - 1597 


Maddalena penitente

Opera di Michelangelo Merisi detto Caravaggio.

Qui viene ritratta una fanciulla, ritratta in ambiente disadorno e seduta su una bassa sedia, dal pallido incarnato e dai lunghi capelli ramati, le mani dolcemente adagiate in grembo e il viso rivolto in basso, piange affranta e un’unica limpida lacrima scivola dall’occhio destro socchiuso.

Olio su tela - 1597






Terzo braccio Galleria






Sala Aldobrandini




Salomè con la testa del Battista

Tiziano Vecellio

 

Olio su tela - 1515


Doppio ritratto

 

Raffaello

 

 

Olio su tela 1516


l’Endimione dormiente” del Guercino.

 

 

Olio su tela – 1645/1647


Salone verde






Domenico Bettafumi

 

Nozze mistiche di s. Caterina con s. Giovannino e santi

 

Olio su Tavola – 1533/1535


Quarto braccio Galleria







Tiziano Vecellio

 

Angelo col tamburello

 

Olio su tavola - 1508