Abbazia San Salvatore

Abbadia San Salvatore è un comune italiano di 6 319 abitanti della provincia di Siena.

Ė situata nel versante senese del Monte Amiata. 

Il paese prende il nome dall'abbazia benedettina, fondata nel 743 dal re longobardo Rachis, di cui oggi rimangono solo la chiesa e la cripta ora officiata dai cistercensi.

Secondo la tradizione leggendaria la decisione fu presa dal re in seguito a un evento miracoloso di cui fu testimone egli stesso, al quale apparve la Trinità sulla sommità di un albero, intorno al quale fu edificata la cripta. L'evento è tuttora rappresentato nello stemma comunale. In realtà la costruzione del monastero era inquadrata in un preciso disegno politico di Rachis, che seppe avvalersi del favore monastico del nobile longobardo Erfo a beneficio della nazione longobarda, ottenendo con la fondazione di un monastero sulle pendici del monte Amiata il duplice scopo di protezione e controllo dei traffici lungo la strategica via Francigena e di sviluppo agricolo di quell'area della Tuscia longobarda. Pertanto già nel 750 il nobile longobardo Erfo, figlio di Pietro Duca del Friuli, assegnò al monastero fortificato il controllo feudale dei territori amiatini che comprendevano i pascoli del monte Amiata fino alla valle del fiume Paglia attraversata dalla via Francigena. Il potere territoriale dell'abbazia crebbe nei secoli successivi e in concomitanza si sviluppò l'antistante borgo, che fu presto fortificato e dotato di una cinta muraria difensiva. All'inizio del X secolo i suoi possessi travalicavano la zona dell'Amiata, espandendosi in direzione laziale, in val d'Orcia, in val di Chiana e persino nel Viterbese. In questo periodo di prosperità e almeno fino alla casata degli Svevi il monastero, il borgo e le terre del San Salvatore rimasero strettamente legate all'autorità dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, godendo comunque di autonomia completa sul piano civile, penale e religioso.

Il potere dell'abbazia fu ridotto a partire dal XII secolo dagli stessi abitanti del borgo del San Salvatore che rivendicarono per loro l'autonomia dal monastero; l'abate Rolando fu forzato a cedere al borgo numerosi terreni e diritti, tra cui quello di eleggere i propri rappresentanti compreso il podestà. Fu in questo periodo che fu realizzata una seconda cinta muraria attorno al borgo in espansione ed edificata la struttura difensiva detta "Torrione".

Nel 1228 papa Gregorio IX decise di riassegnare il monastero all'ordine dei Cistercensi, con intento di risollevarlo dal declino. Tuttavia nel 1265 le terre del San Salvatore vennero occupate dall'emergente Repubblica di Siena, costringendo abbazia e comunità badenga a firmare un atto formale di sottomissione.

 Dal XX secolo, quando cominciò in tutta l'area lo sfruttamento minerario del cinabro e della raffinazione dello stesso in mercurio, Abbadia San Salvatore divenne rapidamente un ricco centro minerario e industriale, vedendo un repentino miglioramento della qualità della vita degli abitanti che a partire dal 1900 disponevano già di energia elettrica, telefono, servizio idrico. Viene costruito un nuovo municipio (1909), urbanizzate altre aree, costruiti monumenti, fontane, realizzati nuovi servizi come l'ospedale. Durante il fascismo Abbadia San Salvatore continuò a prosperare, furono costruite le strade di raccordo con la vetta del monte Amiata, gli impianti sportivi, lo stadio e ulteriori espansioni urbane. Fu in questo periodo che furono reinsediati i monaci nell'abbazia, esattamente nel 1939.

 

 Negli anni settanta le miniere di mercurio videro un inesorabile lento declino, sia a causa della concorrenza internazionale ma soprattutto a causa dalle sempre più scarsa e ridotta applicazione del minerale a livello industriale, rendendone così sempre meno conveniente l'estrazione. Questo ha portato la società mineraria (che all'epoca occupava la maggioranza della popolazione) alla chiusura definitiva ponendo così fine alla parentesi industriale di Abbadia San Salvatore, che da allora vive un lento e costante decremento demografico. 


L'abbazia di San Salvatore è l'edificio sacro che dà il nome al comune.

La tradizione vuole che il complesso benedettino, attestato dal 762, sia stato fondato dal duca longobardo Ratchis. L'abbazia ebbe il periodo di maggiore splendore dal X al XII secolo; nel 1782 fu soppressa e la chiesa ridotta a parrocchiale.

La chiesa, risalente al 1035, presenta una facciata a capanna alta e stretta, affiancata da due torrioni, quello di destra incompiuto e l'altro merlato. L'aspetto attuale è in parte il risultato di restauri degli anni trenta del Novecento. L'interno, a croce latina, conserva un Crocifisso ligneo policromato della fine del XII secolo, la Leggenda del duca Ratchis (1652-1653) e il Martirio di San Bartolomeo (1694), entrambi di Francesco Nasini.

La cripta è caratterizzata dalla presenza di trentadue colonnine con capitelli, ognuno decorato con un motivo diverso come sono diverse tra loro anche le colonne.

 

L'abbazia ha ospitato per quasi mille anni il Codex Amiatinus (Il Codex Amiatinus o Bibbia Amiatina è la più antica copia manoscritta conservata integralmente della Bibbia nella sua versione latina redatta da san Girolamo, di cui si ritiene sia anche la copia più fedele).