L'Orto Botanico di Lucca


La facoltà di istituire a Lucca uno “Studium generale” venne conferita al Governo della città con decreto imperiale del 6 Giugno 1369; per una serie di complesse vicende questa possibilità non fu messa in pratica se non secoli dopo. Solo sotto il governo di Maria Luisa di Borbone, il 5 Novembre 1819, finalmente si aprì a Lucca una sede universitaria  (soppressa nuovamente nel ’47, con l’accorpamento del Ducato al Granducato di Toscana).

In questo ambito furono realizzati anche un Osservatorio astronomico (ora trasformato in civile abitazione), un Gabinetto di fisica (tuttora esistente presso il Liceo Classico N. Machiavelli, e ricco di pregiatissimi e rari strumenti) e un Orto Botanico, strutture tutte di supporto alla didattica.

Paolo Volpi ebbe la cattedra di Botanica e fu primo Prefetto dell’Orto, lasciò l’incarico nel 1833 a Benedetto Puccinelli che vi rimase fino alla morte, avvenuta nel 1850. Il contributo di questo studioso fu fondamentale per la conoscenza della flora fanerogamica e crittogamica locale.

Con la soppressione dell’Università l’Orto restò comunque attivo; dal 1851 al  ’60,  fu diretto da  Attilio Tassi da Pisa, questi venne sostituito da Cesare Bicchi che fu responsabile dell’Orto per oltre 40 anni, fino al 1906.

Con la prima guerra mondiale cessò ogni attività che riprese solo negli anni  ’70, quando la Società Botanica Italiana, fece una riunione scientifica in questa sede per riportare all’attenzione delle autorità l’importanza dell’istituzione.

 

Oggi l’Orto è nuovamente inserito in un circuito scientifico internazionale, e cerca di espletare le azioni che gli sono proprie: didattica, conservazione, ricerca.



Orto Botanico di Lucca è un gioiello verde che si estende per due ettari nel cuore del centro storico e fu istituito nel 1820, come abbiamo detto in precedenza, per volontà di Maria Luisa di Borbone, all’epoca duchessa di Lucca. Qui sono conservate migliaia di specie vegetali da tutto il mondo e piante secolari, tra cui il maestoso cedro del Libano, alto 22 metri e largo 6, piantato da Paolo Volpi nel 1822 e diventato con la sua grande chioma il simbolo dell’Orto, senza dimenticare la magnolia, la sequoia, il ginko bilboa, il grande pino nero alto 30 metri. Tra le collezioni più significative ospitate nel giardino c’è quella delle specie officinali, delle ericacee, delle idrofite, delle specie vegetali spontanee di uso alimentare e delle camelie. All'Orto è annesso il Museo Botanico Cesare Bicchi, dove sono conservati gli erbari storici (Puccinelli, Bicchi) e i materiali raccolti e tramandati dagli studiosi che operarono nell'ambito dello stesso Orto botanico.