Rodicofani
Di origine etrusca, come è attestato da un tempio dedicato al dio Vertumno nel bosco Isabella, e successivamente accampamento romano, dopo la frattura culturale prodotta dalle invasioni barbariche, Radicofani recuperò l'antico ruolo viario e strategico ad opera di Desiderio, ultimo re dei Longobardi. Anche l'etimologia del suo insolito toponimo si ritiene di derivazione germanica «Rachis-Kofen», ossia territorio posseduto dal re Rachis, tradizionalmente considerato fondatore della grande Abbazia di S. Salvatore.
Nel corso dei secoli successivi, Radicofani appartenne: ai Monaci dell'Armata dal 973 al 1153; allo Stato Pontificio dal 1153 al 1411; alla Repubblica di Siena dal 1411 al 1559; al Granducato di Toscana dal 1559 al 1859; al Regno d'Italia dopo il plebiscito del 1860.
"La Città fortificata di Radicofani" offre al visitatore emozioni, suggestioni e scenari di straordinaria bellezza. Valorizza il tratto centrale della Via Francigena, invitando il turista ad un salutare «bagno» di arte, cultura e gastronomia. Partendo dalla sommità della rupe, collegata al paese da una strada panoramica, si impone alla vista nella sua mole possente il castello feudale di epoca carolingia. Venne in seguito ampliato con una seconda cerchia di mura dal papa anglosassone Adriano IV nel 1154, per arrestare l'avanzata verso Roma di Federico Barbarossa e, successivamente, trasformato in Fortezza, per incarico di Cosimo I dei Medici, dal famoso architetto Baldassarre Lanci.
Dal 1297 al 1300, divenne il rifugio inaccessibile del celebre condottiero ghibellino Ghino di Tacco che se ne servì per compiere le memorabili imprese celebrate dall'Alighieri nel VI canto del Purgatorio, e dal Boccaccio nella seconda novella della decima giornata del Decamerone. Nella parte alta del paese sorge il Palazzo Pretorio, costruito nel 1255. Sulla facciata sono murati gli stemmi in travertino dei Podestà senesi al tempo della Repubblica.
Di fronte al Palazzo si può osservare il grande Ospizio che fu per secoli sede di accoglienza e di riposo per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena. Gestito dai Templari. L'Ospizio fu eretto nel 1455 dai Magistrati di Siena a seguito dello spostamento del villaggio di Callemala dalla valle del fiume Paglia alla sommità del paese di Radicofani. Del secolare Ospizio è rimasta la grandiosa struttura a ricordo dell'ospitalità del popolo di Radicofani per i pellegrini che, dopo aver qui riposato, potevano riprendere il cammino lungo la mitica strada.
Nella piazza a fianco, la Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, in stile romanico del sec. XIII. L'interno, sovrastato dalla volta a sesto acuto, racchiude numerose opere d'arte: tre dossali d'altare e una statua di Andrea e Giovanni della Robbia; la statua lignea gotica della Madonna del Castello, scultura insigne di Francesco di Valdambrino; la statua lignea del Cristo deposto di scuola fiorentina michelangiolesca, proveniente dall'antica Chiesa di Castel Morro; una tela attribuita a Pietro da Cortona ed altre opere minori.
La Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo