Siena - Il Duomo - parte prima


Esterno

Il Duomo sorge su un preesistente edificio sacro, a sua volta costruito su un antico tempio dedicato a Minerva. La sua edificazione iniziò alla metà del XII secolo, le parti essenziali erano terminate già nel 1215 mentre la cupola fu eretta tra il 1259 e il 1264.

Qusti è costruito a croce latina e a tre navate, è rivestito da fasce bianche e nere di marmo in riferimento alla balzana: lo stemma araldico di Siena. Tra il 1284 e il 1296, si costruì la parte inferiore della facciata e nel 1317 si iniziò il prolungamento verso la retrostante “Valle Piatta”.

 

La Chiesa, pur così ampliata, non rispondeva pienamente alle esigenze del Comune, inoltre nei senesi forte era il desiderio di competere con la vicina Firenze che in quegli anni andava costruendo la immensa mole di Santa Maria del Fiore, fu così concepito l’ambizioso progetto di innalzare un tempio colossale e fare di esso la cattedrale più grande d’Europa. Nel 1339, sotto la direzione di Lando di Pietro, si intraprendeva la costruzione del cosiddetto “Duomo Nuovo”. Ben presto però le tristi condizioni economiche in cui venne a trovarsi la città dopo la famosa peste del 1348, le vicende politiche, soprattutto alcuni gravi errori di statica, obbligarono i senesi ad abbandonare il loro progetto; l’impresa fu interrotta (i grandiosi e preziosi avanzi del “facciatone”, sono una testimonianza di ciò che avrebbe rappresentato la Grande Cattedrale) e fu portata a termine la vecchia costruzione. Negli anni posteriori al 1376 Giovanni di Cecco ne completava la parte superiore della facciata, ispirandosi a quella del Duomo di Orvieto.


Il Duomo ha una splendida facciata, in marmi policromi con una ricca decorazione scultorea: è romanico-gotica nella parte inferiore, aperta a tre portali ed è in stile gotico-fiorito nella parte superiore e reca mosaici ottocenteschi nelle tre cuspidi. Il campanile è romanico, a fasce bianche e nere, e sorge su un’antica torre presentando sei ordini di finestre, è inoltre coronato da una cuspide a piramide ottagonale e da pinnacoli laterali. All’interno del Duomo la policromia dei marmi riprende il motivo esterno, l’ambiente è ricco di penombre e di misteriosi giochi di luce. Le volte dipinte in azzurro e stelle d’oro furono sopraelevate nel secolo XIV, così che il ballatoio esterno della cupola appare parzialmente internato. Tra gli archi e le volte della navata maggiore ricorre una cornice sostenuta da 172 busti di stucco del secolo XVI, rappresentanti i “Primi Pontefici”, sotto i quali si trovano altri busti di 36 imperatori. Il pavimento venne completamente istoriato a commesso marmoreo, a graffito e a tarsia, tra il 1369 e il 1547 (abitualmente esso è, per ragioni di conservazione, in parte ricoperto da un tavolato in corrispondenza della cupola e del presbiterio), sono 56 riquadri che offrono una visione del tema della salvezza a cui lavorano oltre 40 artisti, quasi tutti senesi.


Incoronazine di Maria

Vicino ai primi pilastri, sono poste due acquasantiere scolpite da Antonio Federighi nel 1462-63. La cupola ha pianta esagonale in basso ma dodecagonale in alto ed è decorata da statue in stucco dorato di santi, poste nelle nicchie della base. La calotta asimmetrica che la ricopre reca invece 42 figure di patriarchi e profeti, dipinte alla fine del XV secolo. Baldassare Petruzzi nel 1532 realizzò il complesso marmoreo dell’altare maggiore. Il tabernacolo bronzeo che lo domina è opera del Vecchietta (1467-1472). A Duccio di Buoninsegna si deve l’enorme vetrata policroma dell’abside. A sinistra il pergamo di Nicola e Giovanni Pisano (1266-68) capolavoro della scultura gotica. Sulla stessa navata si apre la cappella di San Giovanni Battista con la sua figura scolpita nel 1457 da Donatello. Segue l’entrata monumentale alla Libreria Piccolomini, fondata nel 1495 dal Cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (poi Papa Pio III), per conservare la biblioteca dello zio (Papa Pio II) e l’altare della stessa famiglia commissionato ad Andrea Bregno agli inizi del Cinquecento, che ospita 4 sculture di Michelangelo. Sulla navata di sinistra, la cappella della Madonna del Voto, o cappella Chigi, voluta dal Papa senese Alessandro VII su disegno di Bernini nel 1661.






Presentazione di Maria


La nascita di Gesù



Interno










Il Pavimento

Il pavimento è a commessi marmorei, opera unica nell'arte italiana per ricchezza di inventiva, vastità e importanza dei nomi che vi hanno collaborato. Diviso in 56 riquadri mostra rappresentazioni sottese a un disegno tematico omogeneo, quello della Rivelazione tramite la Scrittura, solo in piccola parte alterato per via della lunga vicenda esecutiva o per esigenze di celebrazione della storia cittadina. I riquadri più antichi sono della seconda metà del Trecento, fino agli ultimi ottocenteschi, dovuti a più di quaranta artisti quasi tutti senesi. Vi spiccano i nomi di Francesco di Giorgio, Pinturicchio, il Sassetta, Neroccio di Bartolomeo de' Landi, Antonio Federighi, Urbano da Cortona e, soprattutto, Domenico Beccafumi, che creò ben 35 scene innovando profondamente il genere. Nell'ultima fase esecutiva, quella ottocentesca, vi lavorò il caposcuola del purismo Alessandro Franchi. Praticamente tutte le scene vennero restaurate nei secoli, per ovviare all'usura, alcune proprio rifatte ex-novo, rispettando però l'aspetto antico.
















Altare Piccolomini

L'Altare Piccolomini è un complesso architettonico e scultoreo nella navata sinistra del Duomo di Siena, voluto dal cardinale Francesco Todeschini Piccolomini. Fu costruito tra il 1481 e il 1485 da Andrea Bregno in marmo di Carrara e decorato nei decenni successivi. Spicca l'intervento di Michelangelo che vi scolpì con aiuti, tra il 1501 e il 1504, quattro statue per le nicchie (da sinistra verso destra in alto: San Agostino, San Gregorio; da si9nistra a destra in basso: San Pietro e San Paolo.



Madonna col Bambino di Paolo di Giovanni Fei


Incoronazione di Pio III del Pinturicchio



Acquasantiera

realizzata in marmo bianco di Carrara ed attribuita a Antonio Federighi.

La Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico/artistico  ed etnoantropologico dell'Umbia scrive in merito a questa vasca: La vasca si raccorda al fusto tramite una semisfera rovesciata e decorata con motivo a squame. E' inoltre sostemuta da tre aquile con ali spiegate lavorate a tuttotondo e situate in corrispondenza dei putti e delle figure femminili alate sottostanti, quindi con andamento radiale. La resa del piumaggio di questo uccelli è molto acurata. Esse hanno zampe artigliate, una decorazione che sembra formare una croce sul petto e si ripete poi sulle ali e volgono la testa di lato. La vesca vera e propria è decorata dnella parte concava con motivo a godronatura, al quale segue, nella zona di maggiore larghezza una decorazione a fuseruola e, nel bordo che tende a farsi convesso alla sommità, una fascia con motivo a palmette rivolte alternativamente verso l'alto e verso il basso. Nell'interno sono scolpite ad altorilievo cinque pesci e sul bordo vi sono tre piccole anguille,


L'organo Tamburini opus 520, costruito nel 1966 riutilizzando gran parte del materiale fonico dei precedenti strumenti.


Altare Maggiore

L'altare del Duomo di Siena è un'opera composita in marmo e bronzo a cui parteciparono vari artisti e risalente ai secoli XV e XVI. Fu realizzato su progetto di Baldassarre Peruzzi tra il 1530 e il 1541 circa. Questo progetto portò alla realizzazione dei due gradoni di marmo da parte dello stesso Peruzzi e del recupero di opere bronzee precedentemente realizzate per altri scopi e collocazioni da altri artisti, tra cui il Vecchietta, Giovanni di Stefano e Francesco di Giorgio Martini. 




Ciborio

autore Vecchietta (Lorenzo di Pietro)

Posto al centro e sul gradone più alto dell'altare, è l'opera più preziosa dell'intera struttura, elemento per cui l'intero altare fu concepito. Costa di ben 24 figure a tutto tondo fuse indipendentemente e poi assemblate. In alto il Cristo Risorto poggia su un calice a raccogliere le gocce del suo Sangue di Redenzione. Il calice è a sua volta retto da due angeli e sostenuto dalla fiamma sottostante della Carità. Più in basso, sul frontone del tempietto, quattro angeli mostrano i segni della Resurrezione, oggi andati perduti. Troviamo quindi il tempietto a pianta centrale, elemento centrale di tutto il ciborio e contenitore dei segni del Corpo di Cristo. Il tempietto è reso in puro stile rinascimentale, per la sua pianta centrale, le tre nicchie in cui si adagiano le tre Virtù teologali, le colonne scanalate ed incassate con capitelli corinzi, le trame a corde intrecciate tra le colonne e la cupola a squame imbricate. Il tempietto è sorretto da quattro spiritelli e da una struttura con volute, sorretta a sua volta da un fascio di colonnette su cui si addossano quattro musici con arpa, cimbali, liuto e viella. Completano la decorazione tre spiritelli intenti a giocare a fare gli equilibristi e tre teste di cherubini ai tre vertici di un piedistallo triangolare. 








Cupola


Percorso della Porta del Cielo


Caduta della Manna




Coro Ligneo


Cappella San Giovanni Battista

S. Giovanni Battista di Donatello

 




Sempre nella Cappella di San Giovanni Battista: Il pozzetto per l'acqua battesimale di Antonio Federighi (chiamato il pozzetto del Sabato Santo).


Le pale degli altari


Cristo coi santi Giacomo e Filippo di Francesco Trevigiani


Adorazione dei Magi di Pietro Sorri


Quattro Santi Coronati di Francesco Trevigiani


Adorazione dei pastori di Alessandro Casolani


Altare di San Crescenzo


Crocifisso quattrocentesco


Monumento funebre di Riccardo Petroni di Tino Camaino


Cappella della Madonna del Voto

La Cappella custodisce, sopra l'altare, il centro di una piu grande tavola perduta, raffigurante la Madonna col Bambino, venerata dai Senesi come Madonna del Voto. II dipinto si fa risalire alla Bottega di Guido da Siena, intorno al 1270.



Visitazione di Carlo Maratta

(Visitazione di Maria ad Elisabetta)


Estasi di san Francesco di Sales - opera di Raffaello Vanni


Estasi di san Girolamo - opera di Annibale Mazzuoli


Libreria Piccolomini