Konia ora Iconio
Verso Konia ora Iconio.
Durante il tragitto ci fermiamo al Caravanserraglio di Sultanhami.
È un gioiello dell'arte islamica del periodo selgiuchide, uno dei meglio conservati dell'Anatolia che veniva usato in passato come area di sosta delle carovane che percorrevano la via della Seta in direzione della Persia.
Iconio ora Konia
Questa città è posta presso la grande strada che collega la Siria con Efeso e Roma. Ciò la rese un vasto centro commerciale, mentre la fertile campagna circostante la faceva pure un importante centro agricolo, rinomato per il suo grano e la frutta. Da ciò il vecchio proverbio: Vedi pure tutto il mondo, ma vedi Iconio. La città conobbe la sua più grande prosperità soprattutto nell’epoca tardoromana e bizantina.
Sebbene fosse la capitale della Lacaonia, i suoi abitanti si consideravano frigi. Nel III secolo a C. Iconio fu sotto il dominio dei Seleucidi di Siria, che le fecero subire un largo processo di ellenizzazione. Dopo alcune vicende la città nel 25 a. C. fu definitivamente incorporata alla provincia romana della Galazia. Sotto Claudio assunse il nome di Claudiconium e tra il 130 e il 138 divenne colonia romana prendendo dall’Imperatore Adriano il nome di Colonia Helia Hadriana Augusta Iconiensium.
A Iconio dimorava una numerosa e combattiva diaspora giudaiaca. Una parte di essa reagì in modo violento alla predicazione di Paolo e di Barnaba, quando questi giunsero ad Iconio verso il 47 d.C. e, non contenti di essere riusciti con le loro manovre e i loro progetti di lapidazione a farli fuggire, li inseguirono fino a Listra, distante 38 km dalla loro città. Paolo ritornò ad Iconio poco dopo, al rientro del suo primo viaggio apostolico (At 14, 21) e che vi ripassò verso il 50 d. C. all’inizio del secolo (At. 16, 4). Pare, secondo gli Atti degli Apostoli, che qui nacque Tecla, convertita da Paolo e messa a morte per la fede cristiana. Salvata miracolosamente dalla morte fuggì da Iconio per poi ritornarci come annunciatrice della parola di Dio.
Qui si tenne, nel 230/235, il Concilio. Oggetto primario di questo concilio fu: la validità o meno del battesimo conferito dagli eretici, soprattutto dai montanisti (Movimento profetico apocalittico sorto dopo la metà del 2° sec. in Frigia).
Questa città si trova in pieno altopiano anatolico e conserva una certa importanza non solo come centro agricolo, ma soprattutto per la sua tradizione di spiritualità musulmana.
Qui sono conservate le spoglie del mistico musulmano Meviana che fondò il movimento dei dervisci.
Konya fu la città che lo accolse per gran parte della sua vita e dove morì.
La Moschea di Selimiye
È un classico esempio di architettura ottomana, iniziata quando Selim II, ancora principe, era governatore della città nel 1558. Fu terminata nel 1587.
Chiesa di San Paolo
Questa Chiesa, la cui facciata è di stile gotico-francese e dedicata a S. Paolo, fu costruita nel 1910 dai Padri Assunzionisti che assistevano le famiglie francesi che qui hanno lavorato per vari decenni. È l'unica superstite delle numerose chiese della città. Le altre sono state o distrutte o trasformate in moschea man mano che le comunità cristiane si andavano rimpicciolendo.
Nella stessa chiesa sono ricordati pure S. Tecla e S.Timoteo. Tecla, convertitasi all'annuncio dell'apostolo (S. Paolo), volle mantenersi vergine per amore del Signore Gesù Cristo, nonostante le sofferenze di varie persecuzioni. Morì a Seleucia; è ricordata nel Duomo di Milano il 23 settembre. Timoteo, oriundo di Listra, cittadina distante quaranta chilometri, fu discepolo conosciuto e stimato anche dai cristiani di Iconio. S.Paolo, che lo volle compagno di viaggio e poi vescovo a Efeso, gli indirizzò due lettere.
La piccolissima comunità di cristiani cattolici della città, grazie all'interessamento dell'Arcivescovo di Izmir-Konya e alla presenza di una sorella della Fraternità Gesù Risorto di Tavodo (Trento - Italia), vi si riunisce settimanalmente per pregare e ascoltare la Parola di Dio.
Mausoleo di Meviana