Pergamo

Basilica rossa, detta anche "Sala rossa", è un tempio romano in laterizio dell'antica città di Pergamo , probabilmente di epoca adrianea e dedicato a Iside e Serapide insieme a Cibele.


La città di Pergamo,  oggi Bergama, ebbe prima dell’era cristiana un glorioso passato, soprattutto durante il regno degli Attalidi (282/133 a.C.) la cui accorta politica  portò questa città  ad un invidiabile benessere economico e ne fece un prestigioso centro culturale. Gli edifici pubblici collocati a terrazze sulle pendici di un monte culminavano nell’Acropoli, arricchita da fortificazioni e da templi. Plinio il Vecchio (Nat. hist.  XIII, 11) attribuisce al re  Eumene II la scoperta della  pergamena quale materiale scrittorio. È in effetti risaputo che la famosa biblioteca situata nell’Acropoli  era seconda soltanto a quella di Alessandria.  Al tempo di Nerone e Vespasiano la città divenne il centro provinciale del culto imperiale. Templi vennero eretti da Traiano, alla Dea Faustina, moglie di Marca Aurelio, ad Adriano ed anche all’imperatore Caracalla che nel 214 soggiornò s Pergamo per cure mediche.

Assai noto era  il tempio di Atena Polias, protettrice della città, ma ancor più rinominato era il tempio eretto in onore di Zeus Soter (Giove Salvatore).

La presenza di Asklepeion  e di numerosi altri templi sparsi per la città giustifica il convincimento che Pergamo costituisce una città  di vive tradizioni religiose. Il Cristianesimo giunse a Pergamo forse per lo zelo spontaneo di cittadini convertiti, in occasione di loro viaggi e soggiorni ad Efeso, dall’Apostolo Giovanni o dai suoi discepoli. Ciò sembra confermare il silenzio su eventuali rapporti di Paolo con questa chiesa e viceversa, dalla lettera dell’Apocalisse ad essa indirizzata. « All’Angelo della Chiesa di Pergamo scrivi: Così parla Colui che ha la spada affilata a due tagli: So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fede…» (Ap. 2,12/17).

Sotto l’imperatore  Marco Aurelio (161/180) la comunità cristiana di questa città ebbe ad affrontare momenti difficili per la persecuzione anticristiana.

 

In questi anni a Pergamo fiorì una scuola medica che trovò nel medico Galeno, originario della città, il suo massimo esponente. Questo medico, superando i limiti delle specializzazioni vigenti nella sua epoca, cercò d’abbracciare l’intero campo della medicina. Egli gettò le basi per la medicina che raccoglie il consenso di tutti. Ai cristiani contesta una fede cieca ed indimostrabile.


Asklepeion

Qui la via colonnata che fiancheggiava il Tempio di Asklepion.

Nella piana della città era sito il tempio ed un vasto complesso in onore di Asclepio (Esculapio per i romani). Luogo questo che era un insieme di grandiosi edifici dedicati alla cura delle persone. Questo centro culturale-terapeutico attirava gente da tutto l’impero e costituiva una delle fonti primarie  del benessere economico di Pergamo.

 

L’importanza che Pergamo ricopriva in tutto il Mediterraneo nel campo della medicina era nota anche in paesi lontani. Infatti, il più grande medico dell’antichità era Galeno ed era originario proprio di Pergamo.


Il Santuario di Asklepeion

Il santuario di Askleplos, il grande dio della guarigione, sebbene sia stato sottoposto a continue ristrutturazioni, è oggi visibile in gran parte nella forma che gli fu data al tempo dell'imperatore romano Hadran (117-138). Entrando da una porta alla fine della via del bazar romano, che proveniva dalla città, il cortile del santuario (circa 110" 130 m) era delimitato su tre lati da portici e conteneva l'antico tempio di Asklepios, più due templi più piccoli, le stanze per i pazienti, le fontane, e piscine sacre.

 

A nord ovest c'era un teatro romano e all'angolo nord est una biblioteca che serviva anche per il culto dell'imperatore. A est del cortile si trovava il nuovo tempio di Asklepios, costruito ad imitazione del Pantheon rotondo di Roma; all'angolo sud est si trovava un "centro di cura" a forma di botte, all'angolo sud ovest c'era una sontuosa sala da bagno.










Il Teatro

Qui il Teatro di Asklepion, di piccole dimensioni ma incredibilmente ben conservato. Nell’antichità era raggiungibile tramite una strada lastricata e costeggiata da portici ricchi di botteghe. Il teatro poteva ospitare fino a 3.500 persone e qui i pazienti venivano curati tramite il suono della musica.




In epoca ellenistica queste vasche venivano utilizzate per la cura dei malati. Nonostante sia stato appurato che l’acqua della zona non ha alcuna proprietà curativa, questi riti avevano un valore religioso di grandissima importanza.


L’Asklepieion si raggiungeva tramite la Via Tecta. Si trattava di una strada coperta che collegava i ginnasi a questo centro benessere dell’antichità. Oggi viene chiamato Tunnel dell’Asklepion ed è ancora percorribile.








L’Acropoli

Da un altezza di 275 metri, domina la piana circostante. Questo sito, originariamente, era circondato da una triplice cinta muraria di cui restano alcune tracce. Su questo sperone roccioso furono costruiti  numerosi templi (di Traiano, Atena Polias, altare di Zeus Sotèr, palazzi, edifici pubblici (Biblioteca, Ginnasio e il teatro) e privati.

 

Questo è infatti il luogo della fondazione della città, dove venne custodito il tesoro consegnato da Alessandro Magno. Su questa spettacolare altura, che domina il lago da una parte e la pianura dall’altra, si concentrava la vita politica e religiosa di Pergamo.












Il Tempio di Traiano è il monumento meglio conservato dell’Acropoli. La sua costruzione iniziò sotto l’Imperatore Adriano, ma si concluse solamente sotto Traiano. Questo tempio corinzio era formato da sei colonne sul lato corto e dieci su quello lungo.










Il Teatro di Dionisio

La struttura più spettacolare che possiamo ammirare oggi è senza dubbio questo Teatro. Si tratta infatti di uno dei simboli di Pergamo e della Turchia, oltre che del teatro antico più ripido al mondo. Di fatto, collegava l’Acropoli con la città mediana e poteva ospitare oltre 10.000 spettatori. Di fronte, dietro la scena, si estendeva una lunga stoà che conduceva ad un tempio dedicato a Dionisio.



Sullo sfondo l’Agorà Superiore che sorgeva su una terrazza che dominava l’intera valle.