Verso Gerusalemme


Mar Morto


Gerico

Yerikho in ebraico significa “luna”. Forse nell’antichità la città era sacra a qualche divinità lunare. Questa ipotesi potrebbe essere consolidata da statuette di creta di divinità femminili con testa a disco, trovate durante gli scavi e databili al 7000 a. C. 

Per quanto si conosca oggi, Gerico è la città più antica del mondo. Studi archeologici condotti negli scavi del Tel es Sultan, hanno permesso di datare i primi insediamenti umani intorno all’9400 a.C. presso la fontana di Eliseo. 

La storia di Gerico riparte con Erode il Grande e può essere divisa in: Gerico erodiana- evangelica (si dice che, conquistata dal romano Marco Antonio, questi la donò a Cleopatra come regalo di nozze e questa la affidò  a Erode il Grande), Gerico bizantina, Gerico araba-crociata e Gerico moderna. 

All’epoca di Gerico erodiana fu costruita la strada romana che congiungeva la città a Gerusalemme attraverso la valle del Giordano. Secondo quanto scrive Giuseppe Flavio era lunga 28 km. Così la città era tappa obbligata nell’itinerario dalla Galilea alla Giudea. Gesù vi passò  diverse volte quando saliva a Gerusalemme. Questa Gerico sorgeva allo sbocco del Wadi el-Kelt, alcuni km. a sud della Gerico primitiva. Con Erode il Grande, Gerico divenne importante.  La arricchì con l’ippodromo, con un teatro, con piscine, con giardini irrigati da acquedotti e ville lussuose, e la fece sua residenza invernale. Qui egli morì nel 4 a.C. La località serviva anche come luogo di raccolta per i pellegrini, che in occasione delle feste, salivano a Gerusalemme. Durante il periodo bizantino, nel 325 era sede vescovile; fu un centro ricco di chiese e di monasteri. Nel VI sec. Giustiniano costruì una chiesa dedicata alla Madre di Dio ed un grande ospizio per i pellegrini. Il declino cominciò  con l’invasione del conquistatore persiano Consroe che distrusse tutto nel 614. Nel XII sec. era solo un ammasso di rovine. I Crociati fondarono una nuova città ad est delle prime due, nel luogo dell’attuale città, ma alla fine del regno latino, tutto andò  perso, compresa la prosperità della città e la lussureggiante vegetazione di datteri, balsami ed altre piante subtropicali. 

 

Alle porte di Gerico Gesù guarì il cieco Bartimeo: “.. nell’uscire da Gerico … Bartimeo, un mendicante cieco, era seduto sul ciglio della strada. Avendo saputo che era Gesù di Nazaret, si mise a gridare e a dire: “ Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!” … E Gesù, rivolgendogli la parola, disse: “Che vuoi che io faccia?”. Il cieco gli rispose: “Maestro, ch’io veda!” Gesù gli disse: “ Va, la tua fede ti ha salvato”. E subito ricuperò  la vista  ….”.(Matteo 10, 6-52) 



Chiesa del Buon Pastore



L’Albero di Zaccheo

Non lontano dal centro, in Ein as-Sultan St, si trova l’albero di Zaccheo ( un sicomoro che si dice avere più di 2000 anni). Deve il suo nome al ricco e avaro pubblicano (esattore) che si arrampicò  su “un sicomoro” per  poter vedere Gesù al suo passaggio “perché era basso di statura” e che poi si convertì e cambiò  vita. “ Gesù arrivò  in quel punto, alzò  gli occhi e gli disse: “Zaccheo, presto, scendi, perché oggi devo fermarmi in casa tua” … “Ecco, Signore, io do ai poveri….” … “Gesù gli disse: “oggi è venuta la salvezza a questa casa …”. (Luca 19, 1-10) 


MONASTERO DELLE TENTAZIONI  o QUARANTENA

Il Monastero della Quarantena sorge a picco sulla montagna di fronte al tel (scavi) dell’antica Gerico. Il nome Quarantena risale al Medioevo, legato al ricordo dei 40 giorni passati da Gesù nel deserto e nella penitenza prima di iniziare la sua vita pubblica.

E’ chiamato anche “monte delle tentazioni” perché qui sono ricordate le tentazioni del demonio rivolte a Gesù.

Il primo monastero fu fondato verso il 340 d. C. da S. Cartone e distrutto dai persiani nel 614. I Crociati non lo ricostruirono perché la cima della montagna fu trasformata in difesa militare. Soltanto nel 1874 la zona della quarantena fu acquistata da monaci greco-ortodossi che nel 1895 vi ricostruirono il monastero ed il santuario.

Tutto il complesso consiste in alcuni vani disposti in lunghezza e letteralmente attaccati alla roccia in tante parti scavata come abitazione. Sotto c’è il Wadi Teisun.

Da alcuni anni è stata costruita una funivia per arrivare all’altezza del monastero situato a mezza costa su pareti a picco.

 

In cima alla montagna un monastero incompiuto di cui restano solo alcune mura perimetrali. Pare che l’opera fosse stato iniziata per interessamento dello Zar di Russia e quando ci fu la rivoluzione d’ottobre nel 1917 tutto restò  fermo. 



Qars el Yahud










Wadi Al Qelt Monastero di Goziba o di San Giorgio




Lungo la vecchia strada romana che da Gerico saliva a Gerusalemme, lungo la gola di Wadi al-Qelt, chiuso tra due pareti di pietra, sorge sollevato sulla stretta valle dove scorrono le acque del Nahr al-Qelt, il monastero di Goziba. Secondo i vangeli apocrifi nella solitudine di questa stretta valle S. Gioacchino piangeva per la sterilità della sposa Anna, e qui avrebbe avuto la visione dell’angelo che gli annunciava la nascita della Vergine. A ricordo di questa tradizione fu fondata nel 476 nel fianco della montagna il monastero della Theotokos di Goziba, stabilendo anche il luogo dove Gioacchino aveva fissato la tenda e digiunato 40 giorni prima di ricondurre il gregge a Gerusalemme. Antiche pitture hanno tramandato la scena fino ai nostri giorni. Il monastero, ricostruito nel 1872 è fornito di abbondante acqua che alimenta i giardini dei monaci, vera oasi di verde in mezzo alle rocce a strapiombo e brusiate dal sole. Delle croci attorno delimitano il terreno del monastero che si può  ammirare dall’altura della vecchia strada romana che da Gerico sale a Gerusalemme.